IL RICORDI DI GIOVANNI MOLINO

Nato in quella Caresana che fu imprescindibile seme per lo sviluppo del calcio casalese, Giovanni Molino dal Nerostellato partì per una carriera che lo avrebbe portato ad indossare il granata del Toro, il biancoceleste delle aquile laziali e l'azzurro di Napoli col quale vinse una Coppa Italia nonostante i partenopei militassero in cadetteria.

Con la maglia Nerostellata esordì all'ultima giornata del campionato 48/49 in quel di Cuggiono dove il Casale si impose per 2-0 (Rosati e Della Casa i marcatori) blindando il primo posto; era il girone D della serie C e per una questione di riforme invece che un ritorno in cadetteria ci si dovette accontentare dell'ammissione alla nuova C Nazionale (quattro gironi). 

Dal torneo successivo Molino si impone come uno dei migliori giovani della terza serie, è protagonista per due stagioni di campionati nel quale il Casale si batte in una categoria che vede piazze come Vercelli, Monza, Piacenza, Pavia e Varese; i risultati della squadra sono lusinghieri, quinto e settimo posto con vaghi sogni di serie B; è il Casale del commendator Ferraris, un calcio genuino dove il dialetto domina tra un recupero ed un contrasto.

Sessantasei presenze sono sufficienti al Toro per prendere la decisione di tesserarlo e così Molino a Settembre del 1950 fa il suo esordio in serie A, quella sarà l'unica presenza stagionale prima di in rientro in Nerostellato per il campionato di serie C 51/52; a Casale torna da Dicembre 51 e gioca tutte e 22 le gare che restano per concludere il torneo di serie C che i Neri chiudono all' ottavo posto; la sua ultima da Nerostellato sarà Casale-Aosta del 25 Maggio 1952 (4-0 con quaterna di Brena!).

Un altro viaggio per Torino ma questa volta ben più duraturo, tre stagioni in massima serie con 64 presenze. Dal 1956 al 1961 gioca poi per la Lazio, sempre in serie A, mettendo assieme oltre 160 partite di campionato ed una Coppa Italia (1958) con allenatore il grande Bernardini.

L'ultima tappa da calciatore lo vede a Napoli, la promozione dalla B del 61/62 è accompagnata da un'altra Coppa Italia, il susseguente torneo di A lo vede poi 27 volte in campo più ulteriori otto nella Coppa delle Coppe; chiuso il capitolo da calciatore con grosse soddisfazioni non ottiene lo stesso con un percorso da allenatore iniziato e abbandonato quasi subito.

Sono lontani gli anni del Commendator Ferraris e il suo Casale, Molino ne è stato uno dei grandi interpreti e perciò il suo nome brillerà per sempre in quel cielo Nerostellato!

Fabio Mignone

In foto da destra:

Savioni, il Commendator Ferraris e Molino.

A TU PER TU CON HARRY POTTER
Alla “stella” che brilla di più.