Casale Monf.to – Ci sono giorni in cui il tempo si ferma. E’ complicato trovare le parole per descrivere ciò che è successo al “Bianchi” nel pomeriggio di sabato 22 giugno, ma ci proveremo sperando di non cadere nella retorica o nella banalità. Perchè i protagonisti della terza edizione di “UltraLive” non lo meritano. L’Associazione “Stella e Caliga” ha organizzato la terza edizione di un momento molto particolare. Una giornata speciale, dedicata agli amici tifosi nerostellati che ci hanno lasciato anzitempo, regalandoci uno spazio vuoto difficilmente colmabile. Tante storie, tutte diverse una dall’altra. Confluite in una passione comune, quella della bianca stella che porta alla vittoria. Il ritrovarsi nel loro nome e nel loro ricordo una volta all’anno è bellissimo. Ma c’è di più. C’è molto di più.
Ad aprire la giornata sul sintetico del “Bianchi” è stata la sfida tra i “vecchi ultras” e le nuove leve, quelle che hanno ereditato qualcosa di estremamente prezioso ed importante.
Ci si è battuti con piglio ed orgoglio, con grande sportività e non è importante il risultato finale, utile solo per la cerimonia di premiazione. Successivamente ci si è ritrovato su un campo dove ci si è mossi decisamente meglio. Una tavola imbandita dove si è consumata una cena straordinaria.
Ma c’è di più, molto di più.
Innanzitutto è bello che in un certo senso ci sia stata una sorta di passaggio di testimone. Un forte segnale di continuità in simbiosi con la maglia più bella del mondo. Ragazzi giovani che accompagnano con voce e passione, i giocatori nerostellati. E’ ovvio che tutto ciò non è nato dal nulla. I “vecchi ultras” ci hanno messo tanto del loro, insegnando alla generazione Z il significato della parola “ultras”. Un termine troppe volte bistrattato, che viene accostato alla violenza, ai daspo e a tutto quello che di negativo possa esistere. Ma essere “ultras” vuol dire appartenere ad un gruppo, impegnato nel tifo, ma anche e soprattutto nel sociale. C’è grande rispetto tra “ultras” e questo i benpensanti ignoranti della materia non lo possono sapere.
Oggi UltraLive è stata la dimostrazione di un cuore pulsante che continua a battere con intensità e passione.
Quei ragazzi che oggi sono stati ricordati, hanno lasciato un ricordo indelebile. Quante storie, quanti aneddoti, quante giornate scanzonate trascorse insieme. Ognuno dei presenti aveva un ricordo. Tramandarlo e condividerlo è stato bellissimo perché un giorno uno disse che finché si fa il nome della persona scomparsa, essa non muore veramente. Ed è vero. Sono momenti che ognuno custodisce gelosamente nel proprio cuore per l’eternità.
Ci sono giorni in cui il tempo si ferma. E poi ci sono eventi come UltraLive che sigillano il tempo in maniera definitiva, consegnando gli amici all’immortalità.
Un “ultras” non muore mai: Pin, Rouge, Alfio, Vinai, Degio, Gigi, Beppe, Mauri, Lina, Bonza, Vito, Zio Piero, Andè, Curcio, Killer, Giuseppe, Anfetamina, Zola, Leo, Mirco, Naso, Jack, Draculino, Ska, Donaz, Felix.